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Telepresenza olografica, perchè?

  • Ottobre 27, 2017

Andare a mangiare fuori, vedere un film al cinema, recarsi in un ufficio pubblico, chiedere una consulenza professionale, fare l’amore… il tutto confrontandosi con un ologramma.

E’ come se il cameriere, l'impiegato o il partner diventasse un fantasma, lui non è presente fisicamente nella stanza in cui ci troviamo, ma viene riprodotto in tempo reale attraverso una proiezione.  E’ l’evoluzione del contatto tangibile, che da un lato elimina la stretta di mano, dall’altro elimina le distanze grazie ad un gioco di luci e una connessione web.

Multinazionali, enti pubblici e privati sono sempre più interessati a questa tecnologia di “telepresenza olografica”, nata con l’intento di offrire una soluzione al problema della distanza. Lo scopo è, ad esempio, quello di riuscire a mettere in contatto operatori e clienti distanti migliaia di chilometri o rendere possibili consulenze con esperti di fama mondiale e collegarcisi a distanza.

Lo studio e l’approfondimento di questa tecnologia inizia quando la Quintetto, azienda specializzata in technology della Valle D’Aosta, si rivolge all’Istituto nazionale di ottica (Ino) per concepire una tecnologia di “telepresenza olografica”. L’idea è quella di applicarla in aziende, banche, uffici postali dislocati, ad esempio, in luoghi di montagna difficili da raggiungere e dove le filiali rischiano di chiudere. Perché questo risulti possibile, è necessario un vetro di 6-7 millimetri inclinato a 45 gradi, montato sopra un televisore di 56 pollici posto orizzontalmente, in modo che riesca a contenere un busto a grandezza naturale. Lì viene proiettata l’immagine dell’operatore. Il gioco di luci, le telecamere e anche gli oggetti reali che si trovano nella stanza rendono il tutto più tridimensionale e naturale.

Se a queste attrezzature si aggiunge una connessione internet, il gioco è fatto!